Mi piace la montagna, e mi piace questa nostra Pidaggia sopra tutte le montagne vicine e lontane, piccola dolomite che i famosi alpinisti ignorano e i grandi poeti non hanno cantato, ma nel cui territorio affondano le radici della mia gente.
Mi piace salirla, passo passo, riconoscendo e considerando ogni sentiero, in ogni zolla, in ogni passo che sporge i segni d’una ininterrotta fatica di millenni, interminabile schiera d’uomini e donne che, sin dalla notte dei tempi, hanno lavorato, sudato, sofferto su queste pendici, e ne hanno tratto la vita.
L’hanno amata, la loro montagna, dando nomi affettuosi a tutte le rocce, ai pendii, alle valli.
Mi piace salirla con calma e chiamar l’erbe e gli arbusti col nome che i vecchi davan loro , ed ora pochi ricordano; l’urgin, ‘l lescàt, ‘l munciv, i s-ciupon, i ampul, i pirlin …
Mi piace salirla riempendomi gli occhi di quel suo bel panorama che s’allarga ad ogni passo, di quell’orizzonte che si spinge sempre più lontano, ben più di quanto la non eccelsa altezza farebbe supporre, fino ad inglobare cime innevati di tutte le Alpi, e valli, e laghi e paesi; e i paesi ora appaiono piccoli e lontani laggiù, che sembrano fatti per tanti presepi e del presepe sembra abbiano la pace: perchè i rumori della vita moderna giungono quassù smorzati e senza rabbia, e si mescolano senza disturbare al canto degli uccelli, allo stormir delle foglie, al batter del loro cuore.
E finalmente, sulla vetta, la croce; ed ora, che hai messo il piede sulla zolla più alta, e ti
pare di vedere il mondo sotto di te, essa ti indica più su, più su, il cielo,
E LO SPIRITO PUO’ SALIRE ANCORA,
più di quanto non faccia l’ala del falco,
più in alto delle rotte degli aeroplani
che uniscono i continenti
e scintillano al sole;
e il tuo cuore si gonfia
e può amare tutte le creature.
Maestro Antonio Mascellani
Testo scritto nel 1986