La Patagonia è stata vista per la prima volta dagli europei nel 1520, con la spedizione di Ferdinando Magellano. Secondo Antonio Pigafetta, uno dei pochi superstiti dell’epoca della spedizione, gli abitanti locali erano alti circa 9-12 piedi “…così alto che abbiamo raggiunto soltanto la sua cintola”. Questa presunta esistenza dei giganti Patagoniani o di Patagoni si è infiltrata nella percezione europea comune, e fu alimentata ulteriormente dai rapporti successivi di altri esploratori e viaggiatori famosi. Addirittura le mappe del nuovo mondo per secoli hanno riportato in legenda il termine regio gigantum (regione dei giganti), riferita alla Patagonia.
Oggi, dopo secoli e secoli, questa credenza è ormai svanita da un pezzo, ma proprio per questo ci sono delle persone pronte ad appropriarsi nuovamente di quel soprannome: GIGANTI.
Li avevamo già citati nei nostri articoli, chiamandoli maghi e raccontando di quella volta che l’uno sconfisse l’altro, trovandosi rivali di fronte al mitico Jacker Wall; oggi (e soprattutto il 15/16 novembre) i due maghi si trovano l’uno al fianco dell’altro, vestiti di azzurro proprio come quel Mago Merlino loro amico, pronti per disputare i Campionati del Mondo di Mountain Running, la più grande sfida tra maghi del mondo.
FRANCESCO PUPPI: conduce una vita ascetica secondo la dottrina Pidaggiana. Una delle sue magie più famose, che ha usato anche sul Jacker Wall nell’epico scontro con il Fattucchiere Ruga, è l’arte di rendere orizzontali in altimetria le linee oblique e/o verticali. Questa orizzontalità si manifesta a livello personale e dura il tempo del suo passaggio, rendendo ogni salita in realtà pianura per lui (i “terrapiattisti” sono il suo fan club più accanito per questo). Grande sostenitore del moto gravitazionale ad ogni costo, secondo la leggenda le “P” presenti nel suo cognome significano “Pidaggia” la prima, “Premana” la seconda, mentre per la terza ancora non si è trovato risposta, anche se molte volte Aristotele in persona ha ipotizzato che il significato della terza P potesse essere “Patagonia”.
Nella “Regio Gigantum” le sue magie dovranno essere perfette, perchè i patagoniani non hanno nessuna intenzione di svendere un pezzo della loro storia per consegnarla ad un “brujo”, come vengono chiamati gli stregoni in quelle latitudini.
FABIO RUGA: Fattucchiere – individuo le cui arti magiche, frutto di apprendimento, si esplicano mediante l’uso di oggetti, l’attuazione di riti e la recitazione di formule. Fabio, sopratutto, utilizza oggetti e, nella fattispecie, si affida spesso alle scale. Le sue migliori magie sono sempre arrivate mediante l’utilizzo degli scalini e, in ogni continente in cui è andato, ha sempre imposto questa sua presunta capacità di dominare le forze mediante il ricorso ad arti occulte. Grande ammiratore dei corrimano, Fabio porta nel cognome il simbolo della smorfia, sinonimo di fatica e/o gioia allo stesso tempo. Il suo cognome è intraducibile o, anzi, si adegua alla situazione, disorientando gli avversari.
Non ci è dato sapere quante scale ci saranno nei 42km del mondiale ma, immaginiamo, troppo poche. Questo non sarà un problema, perchè così come il suo cognome, anche Fabio sa adeguarsi alle situazioni, e nella sua valigetta magica avrà sicuramente portato qualche trucchetto che non ha ancora fatto vedere a nessuno.
Argentina deriva da argento, che è il simbolo per eccellenza del secondo posto. Siamo sicuri che con le tecniche di magia studiate in questi ultimi mesi, Fabio preferirà tornare dall’Argentina con nella valigia il soprannome “gigante”, scippandolo ad un popolo che se lo è tenuto stretto per secoli, diventando così il “Magellano de’ noàntri“.
Entrambi questi maghi sono notoriamente amici della Pidaggia, non solo nel senso di società sportiva, ma anche nel senso più naturale del termine, ovvero quello della montagna denominata Pidaggia. Entrambi si rivolgono verso di lei chiamandola “la Divina”, ed entrambi sostengono che la Pidaggia sia ben più grande della Patagonia, forse non nel mero senso matematico, ma sicuramente dal punto di vista spirituale. Proprio per questo la missione di entrambi sarà quella di prendere un piccolo sasso dalla Patagonia, così da poterlo portare sulla vetta del Monte Pidaggia, generando in questo modo un portale spaziotemporale tra due dei luoghi più famosi del pianeta.
Questo sasso vedrà la sua storia totalmente cambiata (decisamente in meglio). Questo piccolo sasso sarà per sempre l’anello di congiunzione tra questi due luoghi tanto lontani quanto simili.
#piedradePatagoniaenPidaggia