Nomini Marta Binda e pensi inevitabilmente al ciclismo. Il suo mondo è quello da sempre, un mondo che le ha sempre regalato enormi soddisfazioni e dove si è saputa ritagliare un ruolo decisamente di primo piano. Per fortuna, però, la curiosità è la più preziosa compagna di vita per gli esseri umani. Chi non ha curiosità è già prigioniero, perchè la curiosità è l’anticamera della libertà, apre la mente alla conoscenza ed a qualcosa che possiamo scoprire solo inseguendo uno stimolo.
La curiosità di Marta l’ha portata a partecipare ad una gara di corsa vicino a casa. Eh, la corsa … per un ciclista la corsa è un mondo apparentemente noioso, ristretto ad una geografia limitata, “non puoi andare lontano come con la bici”, sembra limitante e solitamente un ciclista passa al podismo solo per mancanza di tempo per allenarsi. Però chi dal ciclismo passa al podismo fatica a tornare indietro. Marta ha scoperto la corsa in una gara, vincendola e scoprendo che, in realtà, questi due mondi sportivi non sono poi così distanti ma, anzi, la corsa a suo modo sa trasmettere anche qualcosa in più, per certi versi.
Il potenziale atletico di Marta è enorme, scavato e modellato da migliaia e migliaia di km in bici, su salite a volte lunghissime (è una scalatrice fortissima) con o senza numero attaccato alla propria Pinarello. Un potenziale atletico che si è già mostrato in queste estemporanee apparizioni: tre gare disputate, due vinte. Nell’altra, senza nemmeno sapere davvero cosa stesse facendo (una gara di corsa in montagna di quasi 30km) ha saputo piazzare un quinto assoluto davanti a grossi calibri nel mountain running, con una naturalezza ed una disinvoltura davvero disarmante.
Eh sì, Marta Binda con questa sua curiosità sta scoprendo che, forse, la corsa potrebbe regalargli qualcosa di davvero inaspettato e importante. Il 2020 sarà un anno curioso, sotto tutti i punti di vista. Per Lei, per cercare nuove sfide e scoprirsi in un mondo al quale si è appena solo affacciata fugacemente. Per tutti noi, per vedere dove potrà veramente arrivare con un allenamento un po’ più mirato verso il mondo del running.
Noi gli abbiamo fatto le nostre 10 domande, ma in realtà ci piacerebbe riproporgliele tra un anno esatto, per vedere a che velocità avrà galoppato la sua curiosità in questo imminente 2020 sportivo.
Ciao Marta, come ben sappiamo nasci ciclista. Come mai questi primi passi verso la corsa in montagna?
L’Approccio alla montagna potremmo dire sia stato quasi casuale. In realtà dopo una brutta frattura alla rotula mi dissero che la corsa in montagna avrei scordata.
Decisi di correre la Vertical di Bellagio del 2017 il pomeriggio stesso della gara, poco prima della partenza e senza nessun obbiettivo e nessuna preparazione specifica, ne tanto meno sapendo dove portava quella salita (nonostante fosse zona di casa). Fu proprio questo atteggiamento che mi permise di apprezzarne ancora di più l’inaspettata vittoria.
Quando hai iniziato a fare sport? Come è iniziato il tutto ?
Sin da adolescente nutrivo una certa indole attiva, cosa che mi ha portato a praticare corsi di nuoto e karate. Conoscere Davide mi ha poi portato a conoscere la bici ed il ciclismo in generale, che poi è diventata una vera e propria passione.
Nel 2020 proverai ad alternare ciclismo e corsa?
Nel 2020 mi piacerebbe continuare su questa strada, correndo a piedi in montagna nei limiti delle mie capacità ma provando anche nuove esperienze, pedalando con la mia bici su grandi salite non escludendo la possibilità di provare degli Ironman 70.3. Chissà.
Hai provato tre gare e ne hai vinte due (entrambe Vertical), e nella Sky Race hai messo dietro nomi pesanti del mountain running femminile. Cosa ti piacerebbe ottenere dal 2020?
Nel 2020 l’obiettivo principale è quello di migliorarsi, crescere in tutte le discipline ma soprattutto sapersi divertire dando il massimo nella speranza di acquisire anche una maggiore fiducia in me.
Sensazioni provate nella tua prima SkyRace (Bellagio SkyRace)?
Tensione competitiva alla partenza, perchè era la mia prima sky e quindi avevo ignoranza totale sulla gestione energie. Sono stata attenta soprattutto in partenza, poi durante la salita ho sentito solo fatica pura ma ben gestita; mi è pesato un po’ il tratto finale di salita con pioggia e vento.
Nella discesa ero davvero molto tesa, non è il mio habitat e ho faticato parecchio sul bagnato, rallentando molto e vedere le persone superarmi come stambecchi in alcuni casi è stato demoralizzante. Per fortuna l’avvicinarsi del traguardo mi ha fatto mantenere la concentrazione.
Fondamentale è stato il tifo mio papà e mio cognata durante percorso, all’arrivo ho provato felicità pura.
In bici quali sono stati i tuoi principali risultati?
Per quanto riguarda i risultati sino ad ora ottenuti diciamo che la corsa rispetto alla bici mi ha appagato di più.
In bici purtroppo ho avuto poca fortuna, che in determinate circostante ha compromesso i risultati finali. In gare dove potevo ottenere buoni piazzamenti mi sono dovuta ritirare.
Tuttavia sono salita sul podio diverse volte, come ad esempio alla Re Stelvio (una della mie salite preferite), oppure alla Otzaler Radmarathon in Austria (238km per 5.000m D+), dove arrivai decima su un percorso unico, che affrontai in solitaria e mi regalò grandissime emozioni.
Perché in fin dei conti ciò che corsa, bici o altre attività ci regalano in fondo sono proprio le emozioni.
Pratichi altri sport oltre ai già citati ciclismo e corsa?
Oltre a ciclismo e corsa quando riesco nuoto, mi aiuta molto a rilassarmi muscolarmente e non solo, trovo che sia un ottimo esercizio per la respirazione e per completi al meglio la preparazione fisica.
Inoltre abitare accanto al lago mi offre la possibilità durante la bella stagione di praticare nuoto in acque libere, che è decisamente da provare!
Quante volte ti alleni a settimana? Quanti km annuali in bici?
Durante la settimana tendo a praticare sport quasi tutti i giorni, con carichi sicuramente più pesanti nel week end. Praticando sia bici che, da poco, corsa e nuoto, ho la possibilità di variare molto permettendo anche al fisico di adattarsi con più gradualità
In bici a dire il vero varia a seconda degli anni, comunque approssimativamente sono sempre sui 14.000 km annui.
La tua gara preferita?
Direi la Otzaler che si corre in Austria, e come esperienza generale sicuramente la Tour Transalp, una gara a tappe a coppie che attraversa le Alpi.
Nel 2020 con che squadra ti butterai nel mondo della corsa in montagna?
Per il 2020 mi piacerebbe fare parte di una squadra dove ci si possa sentire parte integrante di un gruppo. Farò parte del gruppo Pidaggia !