L’arrivo di Denis Turcati nella classifica generale del Kong Kom Game ha scosso non poco l’opinione pubblica. La sua presenza non troppo lontana dal podio è di certo ingombrante, ed il fatto che egli si sia dichiaratamente posto in una posizione “anti Alan Crosta” la dice lunga sulla settimana infernale che ci attende.
Nel frattempo Mauro Strepparava, ancora quarto, non può momentaneamente difendersi per un piccolo infortunio, e Alan Crosta si gode anche per questa settimana il podio assoluto, ben conscio della “tempesta Turcati” in arrivo. Ai fini della classifica assoluta inoltre va evidenziato che a Sandro Bonardi e Francesco Mambretti manca solo lo Stage 1 per entrate nell’assoluta.
Per Mambretti il tempo immaginario da battere è quel 19’54” che gli permetterebbe di chiudere i cinque stage in 1h42’23”, ovvero di un solo secondo davanti a Turcati, il quale diventerebbe verde di rabbia, tramutandosi in Denis tHULKati.
LA BAGARRE DELLA SETTIMANA
E’ il mese di giugno, ma il clima è ancora terribilmente fresco per il periodo, le giornate alternano velocemente piovaschi a timidi raggi di sole che non riescono però ad asciugare l’asfalto. Il circuito del Giro della Morte, Stage 2 del King Kom Game, è gremito, tanto che si dice che al “Passaggio del ponticello” gli addetti alla sicurezza hanno dovuto far spostare la gente verso il “rettilineo delle buche”, perché altrimenti non ci sarebbero state le condizioni per poter far proseguire la competizione.
Al “Rettifilo di San Maurizio” il fan’s club di Elvis Curti è esagitato, spintonano via i tifosi di Mambretti, Rigamonti e Paredi (quelli di Paredi sono pochissimi) e vogliono appropriarsi di quel tratto di pista, perché sanno che il loro idolo è solito passare ad altissima velocità da li; nel contempo i “RigaBoy”, lo storico gruppo sostenitore di Giuseppe Rigamonti, si posizionano al “Curvone Galbiga” perché solitamente Rigamonti, essendo una curva da fare in due tempi, sfrutta al massimo la tenuta dei suoi pneumatici in quel tratto, da buon gommista quale è.
E’ pomeriggio, e poco dopo le 16:00 Elvis Curti esce dai box, scalda le gomme con dei giri di ricognizione e si rende conto che il clima è insolitamente teso sul circuito, il pubblico è assiepato ovunque e il margine di errore è minimo, il “Primo curvone Cuccio” è quasi cieco, la visibilità è azzerata dal pubblico mentre il “passaggio del ponticello”, dove solitamente si staccano i piedi da terra nei giri veramente veloci, è strettissimo. Il lungo rettilineo di via Osteno, detto “Rettilineo Africano” (per via della calura estiva in quel tratto), dove si fanno registrare i record di velocità, è ridotto ad un semplice marciapiede e per tutti i 1400m del serpentone di asfalto le urla dei tifosi annebbiano la mente.
Alle 16:16 finalmente Curti si lancia per il giro veloce. I tifosi non aspettavano altro. Finalmente, dopo ore di attesa sperando di veder uscire dal ponticello dei box un atleta della Pidaggia, arriva un big del circus dell’atletica locale che si getta tra i cordoli di San Maurizio. Nella “Curva Dirty” grande paura per la presenza di fango, tanto che all’arrivo di Curti qualcuno del pubblico gli fa addirittura segno di rallentare. Alla fine il tempo che appare sul tabellone della cava del Mucchiani, di fronte alle tribune del “Rettilineo delle Buche”, è clamoroso: 5’25”, nuovo record personale ma sopratutto nuovo decimo tempo assoluto per soli 4″, cosa che estromette dalla top10 un titano della FormulaUno podistica come Giuseppe Rigamonti. Inaccettabile, “la risposta del Riga deve arrivare nei prossimi giorni” mormorano subito sugli spalti gli appassionati, invece, già alle 18:13, dal box Rigamonti si muove qualcosa, la sue scarpette vengono preparare ed il musetto della sua tomaia si posiziona verso la pista. Alle 18:18 Rigamonti entra nel circuito per dei giri di riscaldamento, prendendo l’ovazione della parte di pubblico che sta con lui ed i fischi del clan Curti, sempre più feroci sul “rettifilo San Maurizio”.
Il momento è storico, il Riga deve recuperare 5″ per riprendersi il maltolto, il pubblico lo sa e lascia il pilota nella sua concentrazione, facendo foto e video ma evitando il solito “strombettamento” assordante tipico ad ogni suo passaggio in qualsiasi via di Porlezza. Ad un certo punto al ponte dei box si sente un fortissimo rumore stridente di gomma sull’asfalto, è il segnale: Giuseppe Rigamonti è partito per il giro veloce.
Al “passaggio del ponticello” si dice che il Riga fosse sopra di due decimi di secondo, al “rettifilo San Maurizio” il fan’s club Curti aziona i fumogeni per infastidirlo (saranno poi sanzionati per questo), ma nonostante ciò, con un grandissimo passaggio in appoggio sul sinistro al “curvone Galbiga”, il Riga esce sul rettilineo finale con un esiguo margine. Il tabellone della cava Mucchiani è osservato da tutti, pronti a veder comparire il crono finale che, secondo molti, sarà identico a quello del Curti; invece, grazie ad un finale di “Rettilineo Africano” al limitatore, sul tabellone appare un 5’24” accolto da un boato di stupore. “UN SOLO SECONDO SOTTO AL TEMPO DI CURTI! E’ TOP TEEEEEEN!” urlano i commentatori RAI stipati nei bagni del baretto del campo, mentre il Riga fa raffreddare le suole delle sue scarpe saltellando come un cerbiatto, salutando la folla acclamante con ampi gesti delle braccia.
Nel frattempo, dai box sotto al ponte di via Osteno, Elvis Curti vedendo il tempo sul display reagisce così:
“E’ rimasto in quella posizione a fissare lo schermo per sette lunghi minuti” ha commentato poi il suo compagno di scuderia Luca Grassi, “abbiamo dovuto portarlo via di forza mentre urlava – fatemi uscire per un altro giro veloce! Lo spacco! Lo spacco! – ma con le suole ormai usurate era impossibile abbassare un 5’24”, e noi lo sapevamo bene”.
IL COMMENTO DELLA SETTIMANA
Jarno Trulli, ex pilota di F1:”Rigamonti mi ha stupito, al Curvone Galbiga ha tratto il massimo dalla suola delle sue scarpe, evidentemente nella sua officina ha lavorato molto per cercare la miglior mescola da qualifica. E’ stato bravo a gestire il passaggio del Ponticello e soprattutto la Curva Dirty, che resa sporca dal fango poteva anche infastidire la sua mescola ultra morbida. Ho visto girare anche Mambretti, che motore….nei rettilinei saliva facilmente alle velocità oltre i 300 orari; con una velocità di punta così, lavorando sugli assetti, potrebbe davvero arrivare a girare sui tempi dei primissimi assoluti. Invece, tornando al duello Curti-Rigamonti, ho notato che nel suo giro veloce Elvis Curti ha sofferto molto il Rettilineo Africano, forse una gestione meno periferica dei liquidi nel pre gara avrebbe consentito al pilota porlezzino di arrivare con quei 2″ in meno che gli sarebbero valsi il decimo posto assoluto.”