“La libertà, forse, si avvicina etimologicamente al piacere: libare, libidine; e anche alla fratellanza, alla famiglia: in latino i “liberi” sono i figli, e ancora oggi le liberalità sono i doni incondizionati. Anche in altre lingue è forse così: pensiamo al “freedom” inglese, così affine al “friend”, all’amico, e al “Freiheit” tedesco, così affine alla “Friede”, alla pace.
Quel che risulta trasparente, circa questo stato, è che la libertà è ben lontana dal pirata, dall’artista viaggiatore: non è un’erranza capricciosa e irresponsabile. La libertà sta in una trama complessa che involve interiorità e realtà esterna (ci son più vincoli in ognuno di noi che in cento dittature), pensiero, istruzione, espressione, l’ampiezza delle proprie possibilità e la stabilità della propria posizione, in un’asserzione, insomma, fluida, ma sempre rivolta al bene, al valore: niente ci fa sentire il cuore libero quanto la danza di una ballerina talentuosa, e i suoi movimenti liberi, liberi, non sono arbitrari o casuali, ma al contrario equilibrati, studiati e limatissimi.
Questo è ciò che ci racconta la Liberazione, il 25 aprile, che la libertà sono delle redini da tenere salde e da riprendersi, se ci scappano di mano o se i cattivi ce le tolgono, che la libertà sono delle statuizioni forti e precise che non tollerano deroghe (in alto la Costituzione), non lassismi indifferenti, che non c’è libertà fuori dalla libertà civile e che la libertà è uno stato di sforzo – come la vita -, uno sforzo titanico, fatale che tutti siamo chiamati ad esercitare per piacere nostro, per amore di chi ci è vicino, ma soprattutto perché è giusto e buono.”
Ed è proprio con questo splendido scritto che introduciamo quindi le gare svolte il 25 aprile, gare appunto che sanno di libertà verso una situazione pandemica che, piano piano, ci fa forse vedere una luce in fondo al tunnel in vari ambiti, tra i quali anche quello sportivo.
E non a caso proprio ieri si è corso al Parco Monte Stella di Milano, detta la Montagnetta perché costruito sopra ai detriti dei bastioni e delle macerie dovute a quella follia che è stata la Seconda Guerra Mondiale (da un ventennio nel Parco è stato costruito anche il Giardino dei Giusti). Essendo detto “la montagnetta”, ovviamente la gara che si è svolta non poteva essere piana o facile, ed infatti la 10km è stata sicuramente ondulata, corsa tra prati e stradine sterrate.
Per le volpi è stato Simone Paredi a “scendere” in città e infilarsi nel parco milanese, per lui grande bagarre iniziale con Manuel Molteni per il primo posto, ma alla fine complice la stanchezza di una settimana intensa, per lui è arrivato un buon 4° posto assoluto in 33’49”.
Sempre in data 25 aprile e sempre in una gara da 10km ma questa volta a Pietra Ligure, Manuel Bonardi e Fulvio Vable hanno colto l’opportunità di correre “La Rapidissima” per testare un po’ la gamba in vista di importanti appuntamenti futuri. Per Manuel, reduce dalla 90km di settimana scorsa, un buon 34’16” e 35° posto assoluto, mentre per Fulvio un ottimo 36’02” che lo ha collocato al 66° posto assoluto ma soprattutto al 4° posto tra gli M50, cosa che da ottimo morale in vista dei campionati italiani Master di maggio.