Cinquemila metri possono essere tante cose. La distanza che separa l’isola di Capri dalla penisola di Sorrento, l’altezza del Monte Stanley tra Congo ed Uganda, la terza montagna più alta di Africa, oppure la distanza che separa via mare la Danimarca alla Svezia. Ma cinquemila metri può essere anche “la distanza che non farò mai a piedi per andare al lavoro“, o la distanza in passi “che non faccio fare ai miei figli a piedi con me per tornare da scuola“, e anche la distanza “che mi fa sudare, che mi fa fare fatica” (perché la sostenibilità ambientale inizia anche dalle piccole cose, che possono aprire grandi portoni mentali).
Possono essere tante cose cinquemila metri, e quindi possono diventare tante cose belle, possono tramutarsi da “ho fatto cinquemila metri di traffico, che stress” a “ho fatto cinquemila metri di passeggiata, come sto bene“, quindi da “quello dietro di me suonava il clacson perché era nervoso” a “ho visto uno scoiattolo su una pianta oggi“. Possono essere tante cose belle per noi adulti, ma soprattutto possono essere tante cose educative per chi vede il mondo da un’altezza sotto al metro di statura, ed impara da noi a vivere la vita.
Imparare ad usare al meglio questi cinquemila metri passa da un esempio, e l’esempio arriva dall’adulto, ed è proprio così che la cultura della cura dell’ambiente potrà andare verso una curva tollerabile, col tempo, grazie all’esempio verso la generazione che abbiamo e che stiamo creando noi, perché la vera creazione di una generazione di persone non è nell’industria o nel lavoro in generale, ma nella crescita dei propri figli con dei valori educativi importanti. Le basi iniziano sempre dal basso, ed i bambini sono bassi proprio per questo.
Nessuno aprirebbe mai l’articolo infrasettimanale di una gara in pista di cinquemila metri con queste parole, ma noi siamo volpi, e stiamo subendo l’impatto ambientale più di voi esseri umani. Così ieri, mercoledi sera, abbiamo deciso di usare cinquemila metri per correre in tondo su una pista di atletica, alle ore 20:00, dopo che prima di noi moltissimi bambini e ragazzi avevano corso su varie distanze altre gare; alcuni di questi poi si sono fermati per vedere “la gara regina” della serata, ovvero i “grandi” che fanno cinquemila metri.
E’ stato davvero bello al campo sportivo di Tesserete (Ticino), una sorta di meeting in cui per l’Atletica Pidaggia 1528 si sono presentati Marco Olivieri, Andrea Torri, Fulvio Vable e Manuel Bonardi. Alla fine di questi cinquemila metri, a vincere a braccia alzate è stato Manuel Bonardi, nella gara “più improbabile” per lui, che ama cimentarsi su sentieri e creste montuose lunghi cinquantamila metri, più che cinquemila metri piani. Ma ieri doveva andare così, “fortuna“, dice lui, che con il crono di 16’38” ha preceduto uno strepitoso Fulvio Vable, giunto 5° assoluto in 17’24”. Grandissima anche la prova di un Marco Olivieri che ha scoperto che la gara era su pista solamente in macchina, in viaggio verso Tesserete (che preparazione minuziosa dell’evento da parte sua), il quale ha chiuso 14° in 18’46” con un ultimo giro LEGGERMENTE sofferto. Ma solo poco poco eh. Al contrario Andrea Torri, detto da ieri “l’alternatore“, con il suo ultimo giro ha dato energia elettrica a tutto il Sud del Ticino per l’intera notte. Per lui il 17° posto assoluto in 18’52”, con un ultimo giro come detto corso ad una velocità folle, neanche gli avessero urlato solo alla fine “il primo che arriva vince!“.