Per il debutto in Maratona dei nostri Danilo Forni e Patrizio Curti, abbiamo voluto affiancare loro il Dio della Maratona in persona: Atos.
Alla Maratona di Reggio Emilia svoltasi domenica 12 dicembre 2021, valida come Campionato Italiano, il Dio della Maratona Atos, colui che è considerato ancora oggi l’emerodromo della Pidaggia, ha portato all’esordio nella distanza le due aggraziate volpi, trasmettendogli per osmosi tantissima forza.
Un incredibile 2h45’55” è arrivato per Tito, figlio di Atos, ma dal discendente del Signore dei 42,195km ci si poteva aspettare un esordio sotto ai 4′ al km (roba per pochi). Un esordio fantastico, arrivato in contemporanea all’esordio di Danilo Forni, che arriva nella sua seconda vita sportiva, ovvero a seguito di anni di stop dopo che fu un podista da tempi da assoluto. La sua maratona di domenica poteva essere impronosticabile fino a qualche tempo fa, e per questo il suo 3h28’54” lascia intendere che nel 2022 potrebbe essercene una seconda.
Infine Atos in persona ha chiuso in 4h44’10”. Non a caso il risultato della somma dei numeri del suo crono è 22, che nella simbologia cabalistica è il numero che indica l’universo (Luca Grassi è nato il 22, scopriremo dopo il perchè? Vedremo, continuate a leggere … ).
Nella stessa giornata,a Como, è andata in scena la Mezza Maratona; come Atletica Pidaggia ci siamo presentati in cinque, e non è stato di certo un numero casuale. Infatti cinque proprio come “i 5 elementi”, ovvero Etere, Fuoco, Aria, Acqua e Terra. Ovviamente Mauro Menozzi è stato Terra, il Cobra di Cislago ha “strisciato” a terra per 21km lasciando il segno del suo passaggio. Un segno netto, un solco forse dovuto alla sua velocità, che gli ha permesso di chiudere 5° assoluto in 1h16’33” !!! Aria è stata Carmen De Lucia, in grado di andare a chiudere la sua stagione agonistica con un’altra ennesima prova di assoluto rilievo. E’ stata leggiadra come l’aria per tutta la gara, giungendo 4° assoluta in 1h31’26”.
E’ stato acqua invece Simone Gilardoni, nel particolare è stato acqua del “suo” lago Ceresio che si è riversata in riva al Lago di Como con un crono di 1h42’52”, precedendo il fuoco, ovvero Daniele Gini. Gini il fuoco, da cui deriva il termine dialettale Ginée per riferirsi ai falò tradizionali, ha chiuso la sua 21km in 1h47’03”.
Infine non poteva essere che Etere Luca Grassi (1h52’51” per lui), la quintessenza è infatti il composto della Pietra Filosofale (o Pietra dei Filosofi). Secondo Steiner l’Etere si relaziona con i quattro elementi, generando così l’etere-calore, l’etere-luce-l’etere chimico e l’etere-vitale. Interessante, parlando di Luca Grassi, è prendere in considerazione l’etere-vitale.
So che non vi aspettavate una spiegazione del genere in un articolo che parla di podismo, ma a noi frega poco e ve lo diciamo lo stesso.
L’etere-vitale è in rapporto di polarità con l’elemento terra, ossia con tutto ciò che si trova in uno stato solido. Mentre la terra è dura e rigida, inerte e inanimata, l’etere-vitale possiede mobilità interiore, ed è capace di dare vita alla materia. In esso consiste il principio dell’io, ossia la forza in grado di conferire l’individualità ad un corpo. Nell’etere-vitale agiscono gli gnomi (che vivono nella barba di Luca), spiriti della terra che in esso veicolano le idee archetipe del cosmo ricevute dagli alberi, trasmettendole ai minerali di cui si nutrono a loro volta le radici delle piante.
La storia dell’etere inizia con gli Antichi Greci, per i quali esso era l’elemento cristallino con cui era fatto l’universo, che nella simbologia cabalistica come detto è rappresentato dal numero 22, ovvero il giorno in cui è nato Luca Grassi.
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