Non si è ancora ben capito chi è o cos’è Mauro Menozzi; nel gruppo delle Volpi gli è stato dato il nomignolo di “cobra”, perché una cosa è certa: il suo morso è, sportivamente parlando, velenoso. Atleticamente mai banale, ha una propensione naturale per tutto quello che è interessante e stimolante, cosa che gli ha portato podi assoluti in diversi trail ultimamente (Campo dei Fiori, Orsa Pravello) e che gli ha permesso di chiudere corse su strada con tempi di rilievo.
Se dovessimo dare una forma non umana a Mauro, tutti lo disegneremmo a forma di poliedro (anche perché fa rima con puledro). Infatti il poliedro è quella figura solida con molte sfaccettature … anzi, mentre scrivo mi sta venendo in mente una cosa: forse non è Mauro ad essere poliedrico, ma è il poliedro ad avere la forma di Mauro Menozzi. Non vorrei riscrivere qui, ora, le regole della geometria, addentrandomi nella definizione dei solidi platonici e scomodando i vari Pitagora e Platone i quali, tra l’altro, ci leggono con interesse, quindi passeremo oltre, banalizzando la poliedricità di Mauro Menozzi con una frase del tipo “è un tipo tosto, lo puoi trovare un po’ in ogni tipo gara” (peccato non parlare dell’angoloide quadrico dell’orecchio destro di Mauro, ma tant’è …).
In tutto questo ammasso di geometria spinta, questo poliedro con criniera chiamato Mauro Menozzi ieri, domenica 3 aprile 2022, ha corso (o rotolato spigolosamente) per i 42,195km della Milano Marathon, chiudendo con un tempo davvero ragguardevole, degno del miglior Poliedro di Keplero-Poinsot (figura geometrica oserei dire onirica, dove tutte le facce sono formate da identici poligoni regolari e con lo stesso numero di facce che si incontrano in uno stesso vertice. Un po’ la Brigitte Bardot della geometria).
Il crono di 2h44’05” gli ha permesso di concludere al 104° posto assoluto sui quasi 5.000 classificati, chiudendo anche eptadecagono di categoria.
Qui sotto la foto del piazzamento di categoria di Mauro Menozzi. Un bellissimo esemplare di eptadecagono bianco presente in natura.