In fin dei conti, basta spostare il modo di pensare, basta evadere nel concetto di errore per scoprire che forse quella è la soluzione. Ne è un esempio lampante l’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci, dove l’artista diede una soluzione al concetto mai risolto dell’architetto romano Vitruvio, il quale sosteneva che un corpo dovesse stare contemporaneamente in un cerchio ed in un quadrato per avere delle forme perfette.
Nessuno prima aveva pensato di, semplicemente, spostare il quadrato più in basso e rendere la figura imperfetta per dare perfezione al corpo. L’Uomo Vitruviano non è altro che un disegno, anzi un autoritratto di Leonardo stesso; un’opera che ha suscitato un immenso fascino sugli artisti delle più diverse tendenze dell’arte moderna internazionale.
Ora, senza voler dar prova di esagerazione paragonando Leonardo Da Vinci a Simone Paredi, ecco che siamo qui a parlarvi di un concetto simile, seppur applicato in modo assolutamente diverso. Presentarsi alla Erba- Vicerè del 2 giugno 2022 con percorso rimaneggiato, con la presenza anche della discesa, con indosso un paio di scarpe Nike da strada con suola carbon, è evadere dalla normalità verso l’errore per scoprire che, forse, questo è la soluzione (però, come ci ha spesso insegnato l’arte, non sempre la verità è quella che si vede. Pare che Simone abbia poi corso con delle scarpe più normali. Ma anche l’Uomo Vitruviano non è stato disegnato da Leonardo da zero, ma è stato ispirato da un disegno già esistente che “Leo”, come amiamo chiamarlo noi suoi amici, ha poi migliorato o, anzi, reso perfetto).
Simone, il Da Vinci del podismo lombardo, ha quindi applicato questo concetto ed ha raccolto un argento in coppia con Luca Albini, un altro che in quanto a colpi artistici non è secondo a nessuno (come disse il collezionista milanese Giuseppe Bossi nel 1802, “Albini potrebbe dipingere la Gioconda con un bastoncino della Leki” – semi cit.).
Nella stessa gara, 11° assoluti, sono arrivati la volpe Marino Fiorentini con Davide De Maria. Fiorentini … un cognome che richiama chiaramente al Rinascimento Fiorentino, a Donatello, a Michelangelo, a Lorenzo il Magnifico. E non è un caso che il David di Michelangelo somigli in maniera imbarazzante al fisico scultoreo di Marino Fiorentini, soprannominato appunto “Marmino Fiorentino”.
L’arte del Rinascimento ha influenzato marcatamente tutto il podismo della Pidaggia del weekend. Con il Rinascimento cambiò anche il ruolo della donna rispetto al precedente Medioevo, “finalmente, per ben intendere la vita sociale dei circoli più elevati del Rinascimento, è da sapere che la donna in essi fu considerata pari all’uomo”. Una donna che anche nel weekend della Pidaggia è stata assolutamente protagonista, e seppur l’età del bronzo sia riconducibile ai tre millenni a.c., Sabrina Macheo ha fortemente voluto riproporla nella Corsa della Repubblica di Sondrio del 2 giugno, sul percorso di 5km. Per lei un terzo posto splendido tra quasi 70 classificate.
Non si può parlare di arte nel podismo senza citare la ResegUp, storica corsa lecchese che trasuda umanesimo da tutti i pori, umanesimo moderno lo definirei, che sfocia nel tifo indiavolato sui sentieri che si snodano sui circa 20km del percorso. I due artisti della Pidaggia presenti erano Mauro Menozzi De Medici e Denis Turca-ti ke Turca-mi (un nome con chiara impronta mediorientale). Mauro de Medici ha saputo cogliere un prestigiosissimo 26° posto assoluto, mentre per Denis era il giorno del Turca-no, ed è giunto 346° assoluto.
Domenica 5 giugno al Trofeo Mauro del Po’ di San Giacomo di Teglio (SO), alla “de scià e de là dela Malgina” (italiano chiaramente influenzato dal latino) Maxi De Bernardi, il Gian Lorenzo Bernini della Grona (suoi infatti sono i disegni di tutte le guglie di questo splendido duomo naturale), ha portato a casa il suo ennesimo successo, vincendo e donando alla Valtellina una domenica mattina di arte ed architettura, con una tracciatura da parte sua sicuramente molto barocca del sentiero (un modo carino per dire che è andato proprio un po’ in scià e un po’ in là).